RIABILITAZIONE
PROTESTI - TERMINI PER IL PROTESTO - ASSEGNI
Non tutti sanno, che l'art. 17 della legge 108/96,
da la possibilità a chi ha avuto un protesto di
riabilitarsi dopo un anno.
Le condizioni per ottenere la riabilitazione sono le
seguenti:
1. che il titolo protestato (assegno o cambiale) sia
stato pagato.
2. che si possegga il titolo e la quietanza di
pagamento
3. che sia trascorso più di un anno dalla data di
levata del protesto.
A chi bisogna rivolgersi.
La miglior cosa e' farsi assistere da un
professionista (commercialista o avvocato), ma si
può anche procedere autonomamente.
In tal caso bisogna rivolgersi
Al Tribunale della propria zona, sezione Volontaria
Giurisdizione e alla Camera di Commercio.
I documenti da produrre:
1. Istanza al Presidente del Tribunale (in bollo)
2. Certificato dei protesti rilasciato dalla Camera
di Commercio
3. Dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà in
cui si dichiara che a partire dalla data del
certificato protesti fino a quella di presentazione
non ha subito altri protesti.
4. Istanza al Presidente della CCIAA
5. titoli protestati con relative quietanze
liberatorie
riferimenti normativi:
art. 17 della legge 108/96
art. 4 legge 12/2/55 n.77 e succ.mod.
art. 2 legge 18/8/2000 n. 235
ASSEGNO TERMINI PER IL PROTESTO E TERMINI PER LA
PRESCRIZIONE
L'assegno di conto corrente bancario ha un termine
di prescrizione di sei mesi dalla data di emissione
- il che significa che, trascorsi sei mesi dalla
data di emissione, anche se ci sono i soldi sul c/c,
la banca per pagare l'assegno deve chiedere conferma
ed autorizzazione al correntista che lo ha emesso.
Se quest'ultimo la nega, l'assegno si restituisce
insoluto, non protestato e prescritto.
Esiste poi il termine di protesto, ossia se
l'assegno arriva all'incasso 8 o 15 giorni dopo la
data di emissione (8 giorni se su piazza, ossia se
il luogo di emissione dell'assegno è lo stesso della
piazza della banca su cui l'assegno è tratto - es:
asg napoli, 8/05/06, protesto 16/05/06 se l'assegno
è di uno sportello bancario di Napoli - 15 se fuori
piazza) in caso di mancanza di fondi, non può essere
protestato.
RAPPORTO CARTOLARE E RAPPORTO FONDAMENTALE
I titoli di credito (assegni,cambiali) hanno un
rapporto fondamentale e un rapporto cartolare. Il
primo attiene alle ragioni per cui e' stato emesso
il titolo, il secondo al titolo di credito che si
concretizza nel pagamento tra emittente e
beneficiario. Il rapporto cartolare e' completamente
indipendente dal quello fondamentale, nel senso che
se si emette un assegno per pagare un fornitore e
per varie ragioni, decade il diritto di quest'ultimo
ad incassare l'assegno, e' un grave errore ritenere
che non pagando il titolo non si subirà il protesto
perché ad esempio la merce non e' stata consegnata.
Ciò premesso il titolo va sempre pagato anche
se non si ha il diritto di incassarlo, in caso
contrario si subirà comunque il protesto. Fate
attenzione inoltre a non fare denunce di furto o
smarrimento, che non corrispondono alla realtà, per
evitare un pagamento ingiusto, rischiate conseguenze
penali. Situazione diversa e' il blocco di un
assegno frutto di un reato vero, per il quale basta
procedere ad una denuncia alle autorità giudiziaria
o di p.s. e richiedere alla banca di bloccare
l'assegno.
DIFFERENZA TRA ASSEGNO E CAMBIALE
L'assegno e' un ordine di pagamento diretto ad una
banca contenente l'ordine di pagare una determinata
somma ad un beneficiario designato, la cambiale
invece e' una promessa di pagamento, entrambi sono
titoli esecutivi, per cui se non pagati, on
un'azione legale si subisce direttamente il
pignoramento senza la necessità di provare il
rapporto fondamentale.
TUTTO SUGLI ASSEGNI
Quando si deposita in banca sul conto corrente una
certa somma di denaro o si ottiene dalla stessa un
fido, viene messo a disposizione un libretto di
assegni da utilizzare per pagare o per prelevare
denaro nei limiti dell'importo disponibile.
In sostanza l'assegno sostituisce il denaro
contante, se quest'ultimo è nella disponibilità di
chi lo firma, cioè è depositato presso la banca
chiamata poi a pagarlo.
Per questo gli assegni, pur essendo degli strumenti
estremamente semplici, devono essere usati seguendo
con scrupolosità le regole che li governano.
Vi sono vari tipi di assegni, ma il più comune è
l'assegno bancario.
Cos'è un assegno?
Si definisce assegno bancario, per distinguerlo da
quello circolare, l'assegno emesso da un titolare di
un conto corrente.
L'assegno bancario è un mezzo di pagamento, cioè
l'ordine scritto con cui un correntista dà
disposizioni alla propria banca di pagare "a vista"
un dato importo ad una determinata persona.
Cosa bisogna sapere prima di staccare un assegno?
Chi intende usare un assegno bancario deve prima di
tutto assicurarsi di avere a disposizione nel conto
corrente una somma di danaro pari o superiore a
quella che indicherà sull'assegno stesso.
Ciò è importantissimo per evitare di emettere
assegni a vuoto, cioè privi di copertura
finanziaria, atto che può comportare conseguenze
amministrative e penali.
Attenzione: l'assegno a vuoto non obbliga la banca
ad effettuare il pagamento ma obbliga chi lo emette
(chiamato traente) e gli eventuali giranti.
Dunque il prenditore, in caso di assegno a vuoto, ha
diritto di rivalsa nei confronti dei giranti
attraverso un'azione di regresso.
Come si legge?
Per leggere un assegno bancario dobbiamo prima di
tutto conoscere il significato di tre termini
fondamentali: traente, beneficiario e trattario.
Il traente è la persona che emette l'assegno;
Il beneficiario o prenditore è colui che riceve
l'assegno per incassarlo;
Il trattario è la banca autorizzata a prelevare dal
conto corrente del traente la somma da pagare al
beneficiario.
Il traente può anche emettere un assegno a proprio
favore: in questo caso traente e beneficiario sono
la stessa persona.
Attenzione: se sull'assegno manca l'indicazione del
beneficiario, l'assegno è pagabile a chiunque lo
presenti per l'incasso (in questo caso si dice che
l'assegno è "al portatore").
È dunque importante scrivere sempre il nome del
beneficiario per evitare, in caso di smarrimento,
che l'assegno possa essere incassato da uno
sconosciuto.
Come devo compilarlo?
L'assegno deve essere compilato da chi lo emette in
modo chiaro in ogni sua parte. Ciò faciliterà tutte
le operazioni necessarie al suo uso e soprattutto
alla sua trasformazione in denaro contante
(pagamento).
In particolare è obbligatoria l'apposizione negli
appositi spazi di:
data e luogo di emissione;
importo in cifre e lettere;
firma di chi emette l'assegno.
Se manca anche una soltanto di queste indicazioni
l'assegno non è valido.
Si è diffusa, purtroppo, la pessima abitudine di non
apporre la data di emissione dell'assegno al fine di
guadagnare qualche giorno di valuta. Bisogna però
sapere che in questo modo si allungano i termini per
un eventuale protesto e che, in caso di smarrimento
o furto, non sarà possibile chiederne
l'ammortamento.
Scrivendo tutto di proprio pugno si perderà forse un
minuto in più, ma si avrà sempre l'esatta conoscenza
della propria situazione bancaria, oltre a rimanere
più tranquilli.
Cos'è un assegno "non trasferibile"?
Se sull'assegno appare la scritta "non
trasferibile", il beneficiario potrà girarlo
soltanto ad una banca, la quale effettuerà il
pagamento.
Si tratta di un'ulteriore forma di garanzia che
mette al riparo soprattutto in caso di smarrimento o
furto: l'assegno infatti non può essere girato e
quindi incassato da una terza persona.
La dicitura "non trasferibile" è obbligatoria, pena
pesanti sanzioni pecuniarie, su tutti gli assegni
con importo superiore a 20 milioni.
A
cosa serve la "girata"?
Sul retro, l'assegno prevede
la girata, cioè il beneficiario è chiamato a
controfirmare l'assegno per renderlo esigibile,
quando intenda dare l'assegno in pagamento a una
terza persona, incassarlo presso lo sportello
trattario o versarlo sul proprio conto corrente
bancario.
A cosa serve l'assegno "sbarrato"?
Per maggiore sicurezza il
traente può tracciare due righe parallele sulla
faccia anteriore dell'assegno.
In questo caso la banca
trattaria potrà pagarlo soltanto ad un'altra banca
presso la quale è stato versato per l'incasso oppure
a un proprio cliente conosciuto al quale il
prenditore lo ha affidato.
Se tra le due righe parallele
è indicata una banca, la banca trattaria dovrà
pagarlo solo a quella banca.
A
cosa serve la clausola "assegno da accreditare"?
Quando in un assegno figura
questa clausola, esso non può essere pagato in
contante, ma solamente accreditato sul conto del
prenditore.
Entro
quanto tempo bisogna presentare l'assegno per
l'incasso?
L'assegno bancario deve essere
presentato per l'incasso entro 8 giorni
dall'emissione se pagabile nello stesso comune entro
cui è stato emesso, o entro 15 se pagabile in un
comune diverso. Chiaramente, se il titolo è pagabile
in altri paesi, i termini sono maggiori.
Queste scadenze sono
indispensabili per la validità ai fini della levata
del protesto.
La presentazione dell'assegno
oltre le scadenze su indicate non impediscono il
pagamento dell'assegno, ma è vincolato alla presenza
sul conto degli opportuni fondi o da una revoca
dell'ordine di pagamento da parte del titolare.
Cosa fare in caso di smarrimento o furto di un
assegni propri?
Quando ci si accorge del furto
o dello smarrimento di un assegno o dell'intero
blocchetto bisogna avvisare nel modo più celere
possibile la banca, fornendo l'intestazione, il
numero del conto e, se conosciuta, la numerazione
degli assegni che si chiederà siano bloccati. Questo
primo blocco sarà di tipo generico, nella attesa di
un ordine scritto. Solo con questo la banca potrà,
infatti, bloccare anche il pagamento di un assegno
compilato regolarmente.
Successivamente bisogna
sporgere regolare denuncia presso gli Organi di
Polizia. Copia della denuncia deve essere consegnata
in banca formulando una circostanziata e precisa
richiesta di blocco di assegni. In questo modo, il
blocco che prima era generico, diventa tassativo e
gli assegni elencati, e solo quelli, non saranno
pagati per nessun motivo.
Attenzione: se prima del
blocco l'assegno è presentato in banca per
l'incasso, questa non può esimersi dal pagarlo.
In questo caso il correntista
o il beneficiario dell'assegno possono avviare (e
devono farlo con la massima tempestività) la
procedura di ammortamento, consistente in un ricorso
in Pretura o in Tribunale per ottenere il rimborso
dell'assegno rubato o smarrito già incassato da
terzi.
Cosa fare in caso di smarrimento o furto di assegni
di terzi?
Se ci è stato dato un assegno
in pagamento di un nostro credito e lo smarriamo o
ci viene rubato, dobbiamo prima di tutto
rintracciare chi ci ha dato l'assegno e chiedergli
di bloccarlo per iscritto presso la sua banca. Se
l'assegno è stato girato una o più volte, bisognerà
risalire al primo firmatario.
Si farà quindi immediata
denuncia alle autorità di Pubblica Sicurezza
consegnandone copia alla banca trattaria.
Affinché la denuncia sia
immediatamente efficace, bisogna essere in grado di
fornire tutti i dati necessari ad identificare
l'assegno, dati che è buona norma trascrivere su un
taccuino non appena lo stesso ci viene consegnato o,
meglio ancora, conservandone una fotocopia.
Cosa fare per ottenere il
rimborso di un assegno smarrito o rubato?
Per ottenere il rimborso di un
assegno a nostro favore andato smarrito o rubato si
potrà agire mediante lettera di manleva o con
procedura di ammortamento.
A
cosa serve la "lettera di manleva"?
È una dichiarazione con la
quale si garantisce al debitore che l'assegno è
andato veramente distrutto, smarrito ecc. e che, nel
caso venisse successivamente recuperato, ci si
impegna a restituirlo o a rifonderne l'importo. E'
chiaro che tali intese presuppongono un rapporto
fiduciario; se il debitore l'accetta ci consegnerà
un nuovo assegno, diversamente sarà necessario
eseguire una pratica di ammortamento.
A cosa serve la "procedura di ammortamento"?
In seguito alla denuncia di
distruzione, smarrimento, ecc. presentata agli
Organi di Polizia, il giudice, verificata la
presenza di tutti i dati essenziali dell'assegno
(numero, data, importo, beneficiario), emette un
decreto in base al quale, trascorso un periodo di 90
giorni, l'assegno denunciato viene dichiarato
"nullo" e il debitore dovrà rimborsare l'importo del
titolo. |